Omaggio a Venezia in flauto

Flauto Venezia

Omaggio a Venezia in flauto

di Gregorio Moppi

“Un’antologia dell’ultimo mezzo secolo di musica flautistica in Laguna.”Altre stagioni veneziane” è l’omaggio della toscana Federica Lotti alla sua città d’elezione – dove, tra l’altro, lei insegna al Conservatorio. Nel cd, etichetta Ema Vinci, ci sono classici del secondo Novecento, tipo la Cadenza da “Dimensioni III” di Bruno Maderna, di metà anni ’60, ma anche pagine dedicate alla flautista, come “Classifying the thousand shortest sounds in the world” di Claudio Ambrosini, quasi un catalogo di tutti i suoni che è possibile realizzare con lo strumento. Quel che accomuna questi lavori è l’essere stati scritti da autori veneziani di nascita, formazione, impiego; o comunque che Venezia, nella Fondazione Cini, ne conserva gli autografi: come accade per Camillo Togni, Fausto Romitelli, Franco Oppo. Il flauto di Lotti che proviene dalla scuola di Roberto Fabbriciani, e dunque nella contemporaneità ci sguazza fin da ragazzina – è un funambolo. Canta, frulla, percuote, vortica, sfugge, sprofonda, svolazza nei sopracuti, tace, sussurra, soffia, si sbianca, si gonfia e squarcia l’aria con i suoi fendenti, ribolle di magma, si ripiega in se stesso con sensualità. Insomma, si tratta d’un flauto – o di un ottavino, come nei “Due preludi” dodecafonici di Togni – drammaticamente espressivo, dai contrasti timbrici marcati. Talvolta deve perfino intrecciarsi con la voce: all’esecutrice è richiesto infatti di cantare in greco antico, in “Dia Nykta” (1983) di un Romitelli poco più che ragazzo, e in francese, nell’ammaliante “Prélude en pleurs” per flauto contralto di Mauro Montalbetti (2016)”

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